Domenica mattina mi sono svegliata e il panorama che mi sono trovata davanti era desolante. Davanti alla porta di casa c’erano terra, sassi, alberi: una piccola frana aveva interessato il terreno davanti casa mia. Accendo il telefono, apro Facebook e mi ritrovo decine e decine di video di allagamenti, frane. Scossa, prendo la macchina per andare a comprare qualcosa da mangiare, del pellet per riscaldare la casa e mi fermo a fare benzina. Quello che vedo mi sconvolge, il fiume è esondato fino al benzinaio. Abito vicino al fiume, e non riesco quasi mai a vederlo dalla finestra della mia casa, domenica la Natura mi ha ricordato cosa significa vivere vicino a un corso d’acqua.
Castiglioni Basso, Poggibonsi.
Cosa ho notato
Non posso fare a meno di notare come in un periodo dove si parla tantissimo di inquinamento e cambiamenti climatici, abbia vissuto sulla mia pelle, una serie di eventi naturali che non si presentavano da molto tempo nel nostro territorio.
Alcuni dicono che la nostra presenza su questa terra e le nostre scelte economiche non hanno niente a che vedere con questi eventi, altri che qualsiasi cosa andiamo a fare vada a modificare il clima. Sinceramente credo che la verità stia, come al solito, nel mezzo.
Pensare che le nostre azioni non vadano ad influenzare le altre persone, gli animali e la Natura stessa è ridicolo, ma dobbiamo anche considerare che per quanto ci possiamo sforzare non potremo mai evitare che i fiumi vadano in piena, che vi siano terremoti, nubifragi, tempeste e quant’altro.
Gli artisti e l’ecologia
Indipendentemente dal potere che noi esseri umani abbiamo, o crediamo di avere, sul creato, rimango sempre basita da come certe persone non abbiano rispetto verso il prossimo, verso le creature che popolano questa terra e sopratutto verso loro stesse. Ma se devo essere onesta rimango ancora più sconvolta quando a farlo sono gli artisti.
Come possiamo veicolare la bellezza se non ci interessa il mondo nel quale viviamo? Come possiamo comunicare emozioni, se non proviamo compassione per il prossimo? Come possiamo entrare in sintonia con il nostro pubblico se contiamo solo noi, se siamo ciechi di fronte alla sofferenza del mondo, alle ingiustizie?
L’arte va al di là di noi, è la preghiera dell’uomo verso qualcosa di superiore e chi passa ore ed ore alla ricerca di un suono, di un colore lo sa bene. Diceva il professor John Keating nell’attimo fuggente:
Non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana, e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento, ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.

Noi tutti sappiamo del potere terapeutico dell’arte, ma in pochi ricordano il suo grande valore sociale.
Gli artisti – secondo me – hanno il dovere morale di interpretare ciò che gli circonda, e di trasmettere un messaggio. Che il pubblico sia vasto o meno non è importante, perchè ogni singola persona che si emoziona guardando un dipinto, ascoltando una canzone, ogni singola persona che cambia anche per un secondo il proprio modo di pensare è una vittoria immensa.
Ma dico io come possiamo fare arte se buttiamo le carte a terra? Come possiamo fare arte se davanti alla sofferenza scansiamo lo sguardo? Come possiamo fare arte se ce ne freghiamo di quello che succede intorno a noi?Sinceramente non riesco a capirlo.
Parlando di musica
Davvero fare musica è diventato solo stare chiusi in una stanza a studiare scale e arpeggi, fare brani in tempi dispari e passare ore a modificare la propria voce con l’autotune? Davvero oggi comporre significa solamente dimostrare quanto siamo bravi a farlo strano o parimenti fare cose estremamente banali sono per guadagnare soldi?
Sinceramente credo di no. Credo che vi siano tantissimi artisti che attraverso il loro lavoro riescono a veicolare dei messaggi meravigliosi.
Molti di voi staranno pensando
Allora una persona che vuol fare dell’arte il suo mestiere deve essere perfetta?
Assolutamente no! I nostri difetti ci rendono quello che siamo, le difficoltà ci rendono migliori ma è proprio quando cerchiamo di migliorarci che anche le persone che ci stanno accanto iniziano a porsi delle domande. Per questo non possiamo rimanere indifferenti, non possiamo stare zitti quando vengono lasciate a morire delle persone in mare, non possiamo stare zitti quando la nostra terra,il nostro cibo vengono avvelenati, e se gli artisti non si lasciano commuovere da un pianeta che soffre chi dovrebbe farlo?

Ecco, io credo che il cambiamento climatico sia qualcosa di naturale, che come ogni cosa vivente il nostro pianeta prima o poi morirà, ma credo anche che le nostre scelte stiano portando il pianeta al collasso molto prima del previsto. Senza rispetto per noi stessi, il prossimo e per il resto delle creature che abitano questo pianeta, la vita sulla terra non potrà andare avanti. Per questo dico agli artisti tutti:
Fate la differenza, con piccoli gesti quotidiani e la vostra arte sarà ancora più meravigliosa.
