L’arte, il futuro e le favole della buona notte.

26 Ott 2019

Il futuro

Vi è mai capitato di avere paura per il futuro? A me capita spesso. Mi chiedo cosa succederà quando i miei genitori non ci saranno più, se l’educazione che sto dando alle mie figlie le aiuterà ad affrontare al meglio la vita, se guadagnerò più soldi, cosa potrebbe succedere se mi ammalassi… ed insieme a queste domande non so quanti altri interrogativi.

Il futuro è una dimensione eccitante e allo stesso tempo estremamente spaventosa. Tutto potrebbe migliorare e allo stesso tempo degenerare, e questo costante stato di bilico genera reazioni più o meno uguali da secoli.

Epitaffio di Sicilo
“Finchè vivi risplendi e non darti troppa pena perchè la vita è breve e il tempo giunge presto alla fine”

Pensateci, generazioni e generazioni di uomini si sono posti le stesse nostre domande, affrontato le medesime paure e nonostante la scienza e la tecnica siano arrivate a dei livelli impensabili, ancora ci commuoviamo davanti a un cielo stellato e ce la facciamo sotto al pensiero di morire.

La paura

La morte…ma quanto ci spaventa? Così tanto da non volerla più nominare, sforzandoci di rallentare i segni del tempo sul nostro volto, come se non parlandone e senza rughe potessimo sfuggire all’inevitabile.

Foto di bridgesward

Credo che ogni persona, prima o poi incominci ad interrogarsi sulla morte, sul senso della vita. Diceva Karl R. Popper in La scienza, la filosofia e il senso comune che tutti gli uomini sono filosofi, perché in un modo o nell’altro assumono un atteggiamento nei confronti della vita e della morte.

E come può dunque un animo sensibile con quello di un artista non trovarsi prima o poi difronte a questo grande interrogativo?


La letteratura, la pittura, la poesia e la musica si pongono quesiti sul tangibile e sullo sconosciuto da sempre, e proprio queste domande hanno ispirato opere, creato filosofie e religioni. L’uomo, l’unico essere che si pone domande sul che cosa vi sia dopo la morte, attraverso l’arte ricerca e tenta di dare risposte.

Le favole della buona notte

Sapete, quando ero piccola uno dei momenti che aspettavo di più era la sera, perchè prima di andare a dormire i miei genitori mi raccontavano sempre qualche storia. A volte narravano le mirabolanti avventure che si susseguivano nel fantastico mondo di Badadin Badadam (un luogo immaginario creato da mio padre) altre invece mi raccontavano storie tratte dalla mitologia o dalla letteratura. Una delle mie preferite era la storia di Orfeo ed Euridice.

Orfeo era poeta e musicista, la sua musica era così bella che le belve feroci accorrevano a lui solo per ascoltarlo, i fiumi smettevano di scorrere, persino i sassi tentavano di spostarsi per ascoltare la sua voce.


Era follemente innamorato di Euridice, una fanciulla bellissima, ma il loro amore non fu duraturo, infatti mentre correva su un prato il giorno stesso delle sue nozze, fu morsa da un serpente velenoso e morì.
Orfeo impazzì dal dolore e tentò l’impossibile: decise di recarsi negli inferi per riportare la sua amata in vita. Grazie alla sua musica riuscì a giungere al cospetto di Ade e Persefone e persino il re del Tartaro si commosse di fronte alla purezza del suono di Orfeo, permettendo al poeta di riportare Euridice nel regno dei vivi. Pose però una condizione: Orfeo non si sarebbe dovuto voltare indietro per guardare la sua sposa fino a che non avessero varcato i confini degli Inferi.
Orfeo si incamminò con Euridice alle sue spalle, ma proprio vicino all’uscita, spaventato all’idea di averla perduta durante il cammino, si voltò e così Euridice svanì di nuovo negli Inferi.

Il potere della Musica

Che storia triste, vero? Quanto avrei voluto che Orfeo riuscisse nel suo intento:

l’arte che con la sua potenza sconfigge la morte, sarebbe stato un finale meraviglioso.

A volte la musica riesce talmente a scavare dentro di noi, a portare alla luce emozioni tanto profonde che ci illudiamo veramente che possa compiere l’impossibile e questo lo percepivano anche gli antichi. Forse è per questo che il mito di Orfeo ha ispirato per secoli musicisti e letterati di tutto il mondo. Il potere che viene dato alla musica e alla figura del poeta e quindi alla cultura è veramente smisurato, tanto da poter quasi sfuggire all’inevitabilità della Morte stessa. (Vorrei sottolineare che il significato di poeta nel mondo antico non è uguale a quello moderno, forse la parola più vicina al significato originario del termine è artista)

Ma la realtà è che per quanto tentiamo di scappare dall’ignoto, prima o poi ne faremo parte, forse è proprio questo uno dei tanti significati che il mito vuole regalaci, quindi perché preoccuparsene?

Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

scriveva Lorenzo il Magnifico, ed effettivamente non aveva tutti i torti! Per quanto possa preoccuparmi dei miei genitori, so che porterò sempre dentro il mio cuore il loro amore, per quanto possa temere del futuro delle mie figlie, so che sto facendo del mio meglio affinché affrontino al meglio quello che la vita riserverà loro, e vi assicurò che vi è una risposta plausibile ad ognuna delle mie paure.

Ma allora quale è il punto?

Il punto è come viviamo il nostro presente, il punto è la ricerca, il migliorarsi, lo scavare dentro di noi, il punto è la condivisione, il donare il nostro sapere, la nostra esperienza, i nostri pensieri, il punto è l’amore, la passione. Il punto è crescere come essere umani, prendere le cose brutte della vita e trasformarle in energia creativa.

Non c’è nascita senza morte, non c’è giorno senza notte e non si potrebbero vedere le stelle senza l’oscurità.

Grazie di avermi dedicato un pò del vostro tempo leggendo questa mia piccola riflessione.
Vi abbraccio

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Sono una facilitatrice vocale e una sound healer. Sono qui ad accompagnarti alla riscoperta della tua creatività innata attraverso l’uso consapevole della voce e al potere del suono. Grazie ai miei percorsi puoi trovare il coraggio di esprimerti e creare attraverso la musica.

1 commento

  1. Andrea

    Ti faccio i complimenti per questa riflessione, anche io, come del resto tutti, abbiamo paura della morte. Penso (correggimi se sbaglio) qualsiasi artista per diventare diciamo “immortale” deve riuscir a incidere nelle persone quello che fa nel presente cosi in futuro verrà ricordato e potrà vivere per sempre nei ricordi, nella mente e nel cuore.

    Un abbraccio
    Andrea

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